Intervista allo Chef Antonio Aversa

Intervista allo Chef Antonio Aversa

Delizia i palati dei clienti con le sue creazioni di alto livello culinario.
Parla attraverso le combinazioni di sapori e si lascia ispirare dai colori del mare e della terra.
È arrivato il momento di conoscere meglio chi è lo chef del Graecalis!

Come nasce la tua passione?
Nasce sin da bambino, quando mio padre, a sua volta chef, mi portava con sé nella sua cucina.
Ricordo ancora quando, pasticciando con farina e pesce fresco, ho dato vita alla mia prima frittura di pesce!

Qual è stato il percorso che ti ha portato a diventare lo chef di Graecalis?
Ho spaziato tra sale ricevimento, hotel della zona e non; ho inventato nuove pietanze e nuovi abbinamenti gastronomici. Poi è arrivato Graecalis, qui ho trovato la mia dimensione, perché ho la possibilità di impiegare, per la preparazione dei miei piatti, materie prime eccellenti: pesci, molluschi e crostacei sempre freschissimi e di altissima qualità.

Quali sono stati i maestri che hanno segnato la tua carriera?
Ho avuto maestri illustri a cui devo molto e che non finirò mai di ringraziare.
In primis, il mio papà Giuseppe Aversa, poi Leonardo Santostasi e Sante Lagalante.
Tutti grandi professionisti del mestiere che, durante la loro ammirevole carriera, hanno presidiato i fornelli di rinomati ristoranti della zona per poi trasferirsi all’estero, dove la cucina italiana è ricercata e apprezzata per il suo gusto e la sua semplicità.

Che qualità deve avere uno chef?
Penso che uno chef debba essere, innanzitutto, un buon “team player”, ossia un professionista capace di guidare e unire un gruppo di persone che danno forma alla sua inventiva, collaborando armoniosamente tra di loro per perseguire lo scopo comune di soddisfare i palati degli ospiti, anche i più esigenti.
Inoltre, in cucina non possono mancare qualità fondamentali quali la tenacia, la creatività e, prima fra tutte, la PASSIONE, che è la spinta propulsiva di ogni successo.

Dove trovi l’ispirazione per preparare un piatto?
La trovo nei colori, nei sapori e negli odori dei diversi ingredienti. Mi piace mescolarli creando abbinamenti freschi e sempre nuovi. Ma, più di ogni cosa, ad ispirarmi davvero nel mio lavoro sono i colori delle mie donne: mia figlia Sara e mia moglie Rossella.

Quale piatto ami cucinare?
Può sembrare strano ma mi piace molto cucinare l’omelette. Contrariamente a quanto si possa pensare, questo piatto è tutt’altro che semplice se, agli ingredienti primari (uova e formaggio), si aggiungono altri quali asparagi, pomodorini, coriandolo e peperoncino!
Altre pietanze che adoro cucinare sono le zuppe di pesce con il pescato tipico dei nostri mari: scorfano, gallinella, pescatrice, ma anche mitili e vongole. Il tutto rigorosamente appena pescato!

A casa tua sei solito cucinare o lasci i fornelli a tua moglie?
A casa mia i fornelli sono una società al 50%.
Quando cucino io, mia moglie si lamenta dei troppi tegami che ci sono da lavare dopo le mie preparazioni.
Spesso preferisco lasciare a lei i fornelli e gustare i suoi manicaretti semplici e poco elaborati, tipici della tradizione casalinga meridionale.

Qual è l’ingrediente indispensabile nella tua cucina?
Scalogno e basilico sono immancabili nei miei piatti. Trovo che siano adatti ad ogni preparazione, sia di mare sia di terra.